Che rapporto ha l’essere umano con la realtà?

Come riesce a tollerarla difendendosene quel tanto che gli consenta di non esserne sopraffatto, ma senza distorcerla troppo? Quale equilibrio riesce a mantenere tra la realtà esterna e la realtà interna? Spesso gli eventi della vita ci mettono alla prova, ma, più in generale, accettare i limiti stessi del vivere può già risultare un’impresa dolorosa. In questo podcast proviamo a parlare di questo tema prendendo a prestito qualche immagine dal mondo dell’arte e della letteratura.


L’autore di graphic novel GIPI, inizia il suo libro “unastoria” affrontando il tema del possibile contatto con la realtà attraverso l’immagine del tempo che passa. E lo fa con due esempi. Queste le sue parole: “Quando la vecchia si vide allo specchio ‘Come sono diventata vecchia’ disse. Ma mentiva. La vecchia, in quanto vecchia, non poteva vedersi vecchia. Impossibile era, per lei. Perchè teniamo procedure di sicurezza e protezione interne, sai?’.

realtà e difese
GIPI “Unastoria”


In un secondo esempio GIPI descrive un ragazzo: “Se il diciottenne si svegliasse di colpo una notte. Si alzasse. Ed allo specchio si vedesse per magia, per maledizione con la faccia, con la pelle dei suoi futuri cinquantanni, morirebbe, vomiterebbe. Ma invece, scivolando secondo dopo secondo, per anni e poi decenni, sempre distratto da altro… un giorno, non più diciottenne si alzerà, andrà allo specchio nel bagno e si vedrà trovandosi mica male per quel momento. Mica male per gli anni che ho…” GIPI parla quindi di una “cecità amorevolmente protettiva” che noi chiameremmo difesa. Difesa dal contatto con una realtà che può superare la nostra capacità di farvi fronte.

realtà
GIPI “Unastoria”

Trasformazioni

Nel film “Vita di Pi” il protagonista, durante un flashback lungo quasi quanto il film, racconta la sua storia ad uno scrittore in cerca di spunti per un libro. Una vicenda drammatica e dolorosa che Pi, adulto, descrive in modo estremamente poetico utilizzando gli animali per rappresentare la sua realtà interna, personaggi reali, stati d’animo e situazioni altrimenti troppo crude da raccontare e, forse, da ricordare.

Nel racconto, dopo una serie di traversie Pi viene ricoverato in un ospedale dove spiega la storia ai rappresentanti di una compagnia assicurativa inviati allo scopo di conoscere le cause del naufragio di una nave. Avvenimento alla base delle vicende di Pi e della sua famiglia. Entrambi non credono al racconto fantasioso di Pi e gli chiedono di conoscere la “storia vera” che però risulta essere così cruda da convincere i due assicuratori a riportare la prima versione nei loro incartamenti. Lo stesso farà lo scrittore a cui Pi racconta la storia preferendo la versione poetica. In fondo la trama di entrambe le storie è la medesima.

trasformazioni
Yann Martel “Vita di Pi”

Difese

Ma qual è lo scopo di una difesa? E quanta realtà può essere tollerata? E’ questo il titolo di un articolo della Dott.ssa Loredana Micati pubblicato sulla Rivista di Psicoanalisi. Qual è il limite della capacità della mente di tollerare l’esperienza? Qual è il limite di quello che possiamo comprendere? La Micati scrive: “La conoscenza ci attrae, ma non possiamo ottenere più di un lembo […] Non c’è conoscenza senza pensabilità, ma la conoscenza è parziale, temporanea e infine sfuggente: così forse l’unica possibilità è nel rispettare l’esperienza e accettarne l’indefinitezza.” Rinunciare quindi a forzare l’esperienza in uno schema esplicativo per non perdere l’intuizione. Intuizione che spesso ci fornisce un livello di comprensione immediato.

Pensiamo alle diverse forme artistiche. Makoto Shinkai, per fare un altro esempio, è il direttore di un film d’animazione giapponese che tratta il tema della distanza spaziale e temporale tra le persone. Il titolo, fortemente evocativo, che Shinkai sceglie per il film è “5 cm al secondo“. Il tempo che ci mette un petalo di ciliegio a cadere a terra. Il tema del tempo che passa, della caducità e della morte, viene qui rappresentato con un’immagine poetica come la tigre Richard Parker che, nella Vita di Pi, rappresenta la parte aggressiva del protagonista, necessaria per la sua sopravvivenza.

difese
Makoto Shinkai “5 cm al secondo”

Anche GIPI parla di sopravvivenza. Di quello che gli uomini sono disposti a fare per sopravvivere. Delle parti di sé più difficili da contattare. Viktor Frankl, neurologo, psichiatra e filosofo austriaco, sopravvissuto ai Lager nazisti, ha scritto che “ogni epoca ha la sua nevrosi e necessita di una sua psicoterapia. L’uomo di oggi soffre di un abissale sentimento di insignificanza, intimamente connesso a un senso di vuoto esistenziale”. E’ in contatto, come forse nessun’altra generazione precedente, con parti talvolta scomode, spaventose, deludenti, dalle quali cerca di proteggersi attraverso difese anche raffinate e complesse, ma decisamente soggettive. Secondo Frankl “l’equilibrio psichico dipende dalla percezione significativa del sé e del proprio vissuto”.

Mondo interno e mondo esterno

Ecco di nuovo il rapporto tra soggettivo e oggettivo. E’ possibile rimanere, anche solo per un momento, su quello che esiste in senso oggettivo? Ed è possibile farsene qualcosa? Montale diceva che “La vita deve essere vissuta non pensata, perchè la vita pensata nega se stessa e si mostra come un guscio vuoto. Bisogna mettere qualche cosa dentro questo guscio, non importa che cosa.”

Così torna alla mente un’altra graphic novel, questa volta di David Small, che parte subito dalla realtà. Il racconto è autobiografico. David, nel corso della sua giovinezza, entra in contatto con una terribile verità. Il tentativo di negarla, sottovalutarla, ignorarla, messo in atto dalle persone che lo circondano, non è stato risolutivo. Al contrario. Così David si trova a doverla scoprire e affrontare da solo. Fino a quando non incontra qualcuno disponibile ad affrontarla insieme a lui.

Pioggia e lacrime sono parte dei lavori di GIPI e di Small, ma il dolore non è fine a se stesso. Scolpisce i volti degli uomini, consente di rielaborare e trasformare quanto l’essere umano può incontrare di più spaventoso: i suoi limiti e la sua finitezza. Grazie alla coraggiosa trasformazione che David riesce a fare della sua vita, affrontando la realtà, riesce a non essere trascinato nella follia, rimanendo un uomo consapevole e creativo.

David Small “Stitches”